giovedì 23 ottobre 2008

23 ottobre. Bugarach – Quillan






Freddissimo. Ho addosso tutti i capi che ho a disposizione: due paia di pantaloni, canottiera di lana, maglia tecnica a maniche lunghe, pile, giacca antivento, giacca antipioggia, berretto, guanti.
Si sale nel bosco e quando la vista si apre compaiono i Pirenei innevati. Ci viene incontro il sindaco di Saint Just et le Bezù e ci mostra la vecchia strada per la Spagna, il monte Saint Barthelemy e il paese di Rennes le Chateau, noto per l’opera del curioso abate Sauniere, che all’inizio del secolo scorso fece ampliare e decorare la chiesa di statue, simboli esoterici e stranezze, come l’acquasantiera retta da un diavolo e l’affresco di un paesaggio. Oggi il villaggio è meta di molti curiosi venuti per decifrare i simboli o addirittura per trovare il tesoro dei visigoti, tanto che il cimitero dietro la chiesa è stato chiuso, dopo svariati tentativi clandestini di scavo.

Il sindaco di Saint Just et le Bezù ci invita a scaldarci in municipio, dove ci prepara il caffè e ricopre la tavola del consiglio comunale di dolci e biscotti. Sono 25 anni che grazie a lui il paese ha le targhe delle vie scritte esclusivamente in occitano. Rispetto alle dinamiche di spopolamento e di immigrazione che abbiamo incontrato in tutto il medjourn, Saint Just non fa eccezione: molta gente del posto se n’è andata, ed è arrivato qualcuno da fuori, in particolare dal nord della Francia. Il consiglio comunale è in gran parte composto da gente che viene da lontano; sono loro ad essere favorevoli alla toponimia in lingua locale, più della gente del paese, che è cresciuta con l’idea che il patois andasse abbandonato. Allo stesso tempo sono portatori di una cultura differente, più individualista, che li porta a volere la proprietà di risorse che sono sempre state considerate comunitarie, come l’acqua e i sentieri.

Quando usciamo dal municipio, il sole ha cominciato a scaldare l’aria e la camminata si fa più piacevole, tra alti colli boscosi dove ancora una volta si mescolano mediterraneo e montagna; ci siamo allontanati dalla bassa garriga, ma ancora troviamo corbezzoli e piccoli roveri sempreverdi.

A Quillan una locandina in edicola annuncia il nostro arrivo; Alan Rouch ci accompagna a visitare la giovanissima Brasserie Les Prés en Bulles, dove trovo traccia del passaggio degli amici musicisti del Traio Romano; il piccolo capannone ospita il birrificio e un angolo degustazione molto rustico.
La sera ci attende, nel paesino di Ginoles, una compagnia festosa riunitasi intorno alla corale GESSPE di Esperaza, che ha organizzato una grande cena sociale. Il buonumore contagia tutto il gruppo, inizialmente stanco e infreddolito.

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