domenica 9 novembre 2008

Vielha, l'arrivo

Per l'ultimo giorno di cammino siamo in settanta. Percorriamo i sedici chilometri che ci separano da Vielha molto lentamente: ci sono persone con noi non molto avvezze al cammino e molti alberi caduti bloccano il sentiero. Come per il primo giorno ho passato la notte quasi insonne.
Quando entriamo in Vielha siamo un po' straniti, io ho un groppone nello stomaco che stempero ingaggiando una battaglia a palle di neve con Jan Pei. Siamo arrivati e io ho poche parole per descrivere questo momento: un vuoto di emozione, quasi un'apatia. Vorrei un certo raccoglimento, ma la situazione richiede di seguire un percorso che non abbiamo scelto, di posare per le foto, di essere diplomatici rispetto alle dinamiche politiche. In piazza, davanti al monumento dedicato alla lingua d'oc inaugurato da poche settimane, è stato preparato un aperitivo e le casse dell'impianto fanno girare la stessa canzone. Nessuno parla.
Poi quando vedo arrivare gli amici di Bessas, incontrati quaranta tappe fa, Peire ed Evelyne Marsilhac, Alan Pantel, Cristian di Carcassonne, Philp Amel e ancora molti altri, finalmente qualcosa mi si scioglie; abbraccio i miei compagni di viaggio e infine mi faccio il mio bel pianto accanto alla Garonna.
Sono arrivati dalle valli anche alcuni amici e collaboratori, oltre agli Aire de Prima, per il concerto che la Chambra ha offerto agli aranesi per festeggiare l'arrivo.
Le infinite prove dei suoni nell'unico locale pubblico disponibile in questa cittadina meta di turismo invernale, una grande palestra, mi impediscono di assistere alla cerimonia di accoglienza dei camminatori da parte del Consiglio Generale d'Aran. Sono arrivati anche i Felibre Miqueu Benedetto, Alan Courbet, Jean Mouttet. Una grande ovazione accoglie Ines quando si alza per parlare; e al termine del discorso il presidente di Espaci Occitan la incorona "Miss Occitania".

Cari lettori, ancora una volta è stato difficile tenere il passo con gli eventi e me ne scuso. Quest'ultimo post lo sto scrivendo da Dronero dove sono arrivata da un paio d'ore. Nei prossimi giorni completerò comunque il blog con le foto dei partecipanti, con l'aggiornamento della lista dei doni, le foto restanti dei terreni che abbiamo calpestato e con alcuni racconti di tratti di percorso che ero stata costretta a riassumere.

A presto, dunque.

giovedì 6 novembre 2008

Bossost, alla vigilia del finale


Questo folle treno di rigorosi sognatori che per sessantanove giorni ha seguito la sue tabella di marcia, che per nulla al mondo o quasi si sarebbe fermato, domani compirà l'ultimo tratto e poi altrettanto inevitabilmente si arresterà. Ognuno dei suoi personaggi scenderà a terra con la propria valigia; e il piccolo mondo al suo interno, con i suoi tappeti di foglie, con le sue tavole imbandite, e tutti i suoi piccoli oggetti di ogni giorno, stoffe, bicchieri di latta si dissolverà e ne resterà soltanto una storia da raccontare, cercando di renderle onore...