giovedì 4 settembre 2008

31 agosto - Da Pietraporzio al Refuge de Vens

Stefano Martini, 59 anni, di Pontebernardo, nato tra le pecore e laureato in dialettologia, si occupa dal ’77 dell’identità culturale dell’Alta Valle Stura. A lui si deve l’Ecomuseo della pastorizia di Pontebernardo, un bello stabile moderno, con i muri interni misto pietravista/intonaco, grandi travi sul soffitto e parquet a terra. Una sola grande stanza molto densa: ricca di fotografie, video, racconti, che accostano alla pastorizia della Val Stura, le esperienze dei pastori di altri luoghi del mondo. E soprattutto i legami forti con i territori di oltralpe, dove i pastori delle valli cuneesi andavano a lavorare per la transumanza: la Provenza e la Crau.
Stefano ci consegna un bastone che ci accompagnerà nel cammino, con incisa la pecora nera simbolo del museo; lo prende in consegna Ines, che alle volte sembra un po' il nostro pastore, e poi partiamo per la lunga salita verso il Col del Fer. Ci accompagna Annibale Salsa, presidente del CAI e antropologo dell'Università di Genova.
Giornata dura, i 1700 metri di dislivello in salita e 800 in discesa, mi portano ad un livello base di priorità: respiro, cibo, acqua, riposo.
Sul Col del Fer ci attendono da più di due ore i camminatori del CAF, il club alpino francese e della Federation des Randonneurs; sono almeno una ventina. Uno di loro accompagna la nostra ultima ripida salita suonando il galoubet, il flauto provenzale. Hanno portato con loro bottiglie di vino, pastis e cassis, succhi di frutta e salatini, ma comincia a far freddo e scendiamo tutti al rifugio de Vens, in un ambiente eccezionale, sulla riva del primo di cinque laghi che si gettano uno nell’altro. Georges Torrelli, del CAF Nice-Mercantour ci accoglie con un discorso di benvenuto, insieme a Robert Gstalder, che più avanti nella serata aprirà il suo bar personale fatto di tanti flaconcini di plastica che contengono ogni sorta di digestivo.

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