Stefano ci consegna un bastone che ci accompagnerà nel cammino, con incisa la pecora nera simbolo del museo; lo prende in consegna Ines, che alle volte sembra un po' il nostro pastore, e poi partiamo per la lunga salita verso il Col del Fer. Ci accompagna Annibale Salsa, presidente del CAI e antropologo dell'Università di Genova.
Giornata dura, i 1700 metri di dislivello in salita e 800 in discesa, mi portano ad un livello base di priorità: respiro, cibo, acqua, riposo.
Sul Col del Fer ci attendono da più di due ore i camminatori del CAF, il club alpino francese e della Federation des Randonneurs; sono almeno una ventina. Uno di loro accompagna la nostra ultima ripida salita suonando il galoubet, il flauto provenzale. Hanno portato con loro bottiglie di vino, pastis e cassis, succhi di frutta e salatini, ma comincia a far freddo e scendiamo tutti al rifugio de Vens, in un ambiente eccezionale, sulla riva del primo di cinque laghi che si gettano uno nell’altro. Georges Torrelli, del CAF Nice-Mercantour ci accoglie con un discorso di benvenuto, insieme a Robert Gstalder, che più avanti nella serata aprirà il suo bar personale fatto di tanti flaconcini di plastica che contengono ogni sorta di digestivo.
Sul Col del Fer ci attendono da più di due ore i camminatori del CAF, il club alpino francese e della Federation des Randonneurs; sono almeno una ventina. Uno di loro accompagna la nostra ultima ripida salita suonando il galoubet, il flauto provenzale. Hanno portato con loro bottiglie di vino, pastis e cassis, succhi di frutta e salatini, ma comincia a far freddo e scendiamo tutti al rifugio de Vens, in un ambiente eccezionale, sulla riva del primo di cinque laghi che si gettano uno nell’altro. Georges Torrelli, del CAF Nice-Mercantour ci accoglie con un discorso di benvenuto, insieme a Robert Gstalder, che più avanti nella serata aprirà il suo bar personale fatto di tanti flaconcini di plastica che contengono ogni sorta di digestivo.
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