martedì 16 settembre 2008

16 settembre. Da Flassan a Malaucène






Il percorso è bello e variegato. Il mistral di ieri ha fatto il suo lavoro: la giornata è limpida e non si suda. La vegetazione e i profumi sono decisamente mediterranei, anche se il mare di qui non si vede; lo si può vedere nelle giornate terse dalla cima del Ventoux. Camminiamo ancora sulle sue pendici in un bosco di lecci, pini e betulle, tra timo, maggiorana, rosmarino e tante more selvatiche. Sono costretta ancora ad usare i bastoncini per via del ginocchio, ma mi sento forte e compatta e le salite non mi fanno più paura. Dopo un’ora e mezzo di sentiero troviamo un biglietto di benvenuto attaccato ad un albero, firmato dagli “Enfants de Bedoin”.





Alle volte sembra di essere in un viaggio dantesco: personaggi che compaiono, parlano e si dissolvono… Come Gerard Damian, jeans, camicia e basco neri, che troviamo ad attenderci in un punto dove il sentiero compie una grossa curva. Si presenta e poi ci racconta del suo paese, Bedoin, e del Mont Ventor, come si pronuncia in occitano. Scopriamo così che il nome del monte non è legato al vento di mistral che in questa zona soffia violentissimo, ma al fatto che sia una montagna che si vede dal mare.

Dopo pranzo ci infiliamo nella Cumba Escura, che sale per 450 metri tra le falesie calcaree.
Malaucene ha un’aria decisamente cittadina, con il suo viale ornato da vecchi platani, che fanno ombra ai dehor dei bar e dei ristoranti. La finestra della mia stanza d’albergo si affaccia sul viale principale e tra le foglie vedo la gente seduta ai tavolini. Ci voleva.

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