sabato 20 settembre 2008

20 settembre. Da Sainte Cecile a Pont Saint Esprit


Oggi si parte presto, perché siamo invitati sia a colazione che a pranzo. Ad un certo punto del percorso giungono quattro automobili a prelevarci per portarci a Bolene. Tra queste ce n’è una con le bandierine provenzali a lato in pieno stile presidenziale. Mi piace questo carattere solenne e allo stesso tempo ironico di certi provenzalisti. Dopo l’accoglienza ufficiale del sindaco visitiamo il Cèntre de documentacioun prouvençalo de Parlaren di Bolene. Alain Courbet, il baile del Felibrige, uno dei fondatori del centro, ci accompagna a visitare la biblioteca che raccoglie 4200 libri (datati dal XV al XX secolo) e 30 000 documenti in lingua d’oc.
Superato Mondragon, ci raggiunge Jean Louis, un tambourinaire che accompagna gli ultimi chilometri della giornata a tempo di marcia, con il galoubet. Il vento fa da controcanto. Così la nostra camminata, che per la prima volta passa in una piana, tra cavalcavia e tralicci dell’alta tensione, recupera un po’ di poesia. Siamo tutti ansiosi di arrivare al famoso ponte che settecento anni fa ha messo in collegamento le terre provenzali a quelle dal Languedoc. Una ragazzina ci segue con i rollerblade. L’attraversamento del ponte avviene in un’atmosfera epica; oggi è la giornata del patrimonio, forse l’unico giorno dell’anno in cui il ponte è chiuso al traffico. E il sole basso ci dona una luce perfetta. Mentre percorriamo gli ottocento metri sul Rodano e salutiamo così la Provenza, molte persone ci vengono incontro. Tra loro c’è anche mio padre che ridendo ci accoglie dicendo “voi siete pazzi!” Alla fine del ponte ci attendono il sindaco e alcuni rappresentanti dell’IEO e del Felibrige. Non potevamo sperare di meglio da questa accoglienza nel Languedoc. E una nuova parola fa capolino: osco! … evviva!

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