sabato 6 settembre 2008

4 settembre - Da Alos al Col d'Alos

La pioggia è caduta copiosa per tutta la notte accompagnata da tuoni paurosi. La mattina, alle sei meno dieci, entra Jusep in camera battendo le mani; ha deciso di svegliarci prima del previsto, ma nessuo si muove. Il cielo fuori è plumbeo. Si sale un'altra volta e io non ho per niente voglia di faticare. Poi pian piano comincio a godermi il cammino tra larici e pini neri. Le nubi intanto si alzano e s'abbassano.
Il gruppo dei Cairrairou è diventato più scherzoso, e Jusep, che inizialmente sghignazzando diceva di capire appena il "patois", si è lasciato andare e ha cominciato a parlarlo con Dario. "Patois" era un modo spregiativo francese per indicare una parlata locale, anche se tutti quelli che qui parlano la lenga d'oc l'appellano solo con quel termine. In Francia c'è una sorta di blocco psicologico: la scuola ha castigato e messo alla berlina per molto tempo coloro che a casa parlavano una lingua che non fosse il francese. E questo ha segnato profondamente i sentimenti di queste persone rispetto alla loro lngua madre; nessuno ne è fiero.

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