lunedì 8 settembre 2008

7 settembre - Da Seyne a Barles

Tappa lunga 25 chilometri in mezzo ad alte colline, che ci fanno compiere lunghi zig zag; la salita iniziale su marna nera ci taglia il fiato e le gambe. Pranziamo accanto al rifugio di un giovane che sta facendo il suo stage da pastore. Poi, poco prima di ripartire, Pascal annuncia l'arrivo in lontananza di un camminatore solitario con un drappello occitano; E' Miqueu Pratt, cantore occitano, un uomo allegro, con occhi curiosi e polpacci giganti.

Uno degli aspetti più incredibili di questa camminata è la comparsa improvvisa di persone, che spuntano fuori da ogni luogo e si uniscono a noi; qualche giorno fa Albert, un valdaranese, ci ha raggiunti in alta montagna, poco dopo la Tete de Sestriere; prima ancora un pastore ci ha inseguiti sopra il Col D'Alos, per chiederci se eravamo il gruppo in cammino per la lenga d'oc, e oggi arriva Miqueu, che era già entrato in scena all'Abbaye de Laverq, bussando alla porta del rifugio durante l'aperitivo.
A Barles veniamo accolti con organetto e tambourin: una mazurka da ballare con gli scarponi.
Il paese è poco più di una fila di case in un vallone lungo la strada. Siamo in un luogo d'eccezione per i geologi, perché conserva delle formazioni di roccia (velodrome) che testimoniano i movimenti delle placche che diedero vita alle Alpi.
Qui sembra che il tempo si sia fermato agli anni settanta, a partire dal parco macchine che ci si presenta all'entrata del villaggio; le piastrelle del pavimento, il bancone del bar, le tende alle finestre del nostro albergo, perfino le pieghe delle lenzuola hanno il sapore al passato remoto della mia infanzia. Una sensazione di pace, dolcezza e malinconia mi riporta indietro da Giovanna e Nan, i miei nonni materni. Ecco... è a casa loro che ho vissuto tutto quello conosco di un tempo diverso da questo.

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