sabato 6 settembre 2008

3 settembre - Dal Col d la Cayolle ad Alos

La giornata, cominciata allegramente, prende per me una piega più drammatica nella prima salita, verso il Col de la Cayolle. Fa molto freddo e la colazione mi resta sullo stomaco; per qualche minuto mi rifiuto di proseguire e avanzo l'ipotesi di tornare al rifugio, mi sembra di avere ingoiato un mattone rotto. Ci siamo... uno dei tanti casi in cui la mia fragilità viene fuori prepotentemente e io so che ha tutta la volontà di farsi sentire. Sono terrorizzata. Peyre, Elisa, Ines e Riccardo sono il mio gruppo di sostegno e mi accompagnano fino a che pian piano il mattone si scioglie.
E' difficile, dopo averla negata per anni, fare i conti con la propria paura. Ho fatto conoscenza della mia fragilità tre anni fa, quando mi sono venuti i primi attacchi di panico. Prima di allora adoravo gli spazi solitari dell'alta montagna. Ora ci sono lunghi tratti in cui non mi guardo intorno e per una serie diminuti identici il mio sguardo è posato sulle pietre che calpesto.

Oggi, appena superato il grande lago di Alos, in un bosco generoso di lamponi e fragole è arrivata la prima pioggia... un piacere per l'olfatto. Quando si cammina nel bosco mi rilasso, mi piace stare in silenzio e non avere nessuno davanti a me. L'alta montagna invece mi mette voglia di scendere al più presto, inutile negarlo. Il mio sguardo sopporta poco quelle ampiezze: si aggrappa alle pietre dei ripari e al tracciato della via che mi porta giù, dove l'aria è più dolce, il vento mi accarezza invece di fendermi, e gli alberi mi fanno ombra, il bosco mi accoglie nel suo profumo e la terra è più scura e viva.

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