All’uscita da Aigueze, che ricorderemo come il paese della gente allegra, salutiamo l’Ardeche in un rosa mattutino che merita molte fotografie.
Ci immergiamo nella macchia di larici, bosso, quercia e ginepro; c’è solo il corbezzolo, che con il suo colore rosso-arancio si fa notare tra i colori e le forme immutabili di oggi: la macchia, il cielo, la strada. La Bastide è un villaggio grande, con case imponenti, ma piuttosto vuoto. Un gruppo di occitanisti viene a prelevarci in macchina e ci trasporta a Bessas dove ci è stata organizzata un’accoglienza calorosissima. Al di qua del Rodano sembra che la gente sia più festaiola; il discorso del sindaco è più volte interrotto da battute e risate. Segue, come da copione, la cena sociale, dove un duo di bravi cantanti ci fa conoscere i bellissimi canti lengadociani.
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