Qui le storie di emigrazione non si contano. Una signora che di cognome fa Bottero, mi racconta della sua bisnonna, originaria di Frabosa Soprana ed emigrata a Marsiglia per lavorare in fabbrica. Con la Rivoluzione Industriale, Marsiglia era divenuta la meta di molti migranti in cerca di lavoro, grazie ai cantieri navali e alle fabbriche dove venivano trasformati i prodotti grezzi provenienti dalle colonie. Gli emigrati delle nostre valli non si sentivano stranieri in Provenza, poiché qui si parlava la stessa lingua, la lenga d’oc, tanto che a inizio Novecento c’erano nel porto vecchio di Marsiglia alcuni negozi che recavano la scritta “Ici on parle Français”.
domenica 14 settembre 2008
14 settembre. Da Montbrun les Bains a Sault
Oggi siamo in cinquantotto, tra randonneurs e rappresentanti dell’associazione Provença Terra d’oc e tra noi finalmente ci sono anche dei giovani e giovanissimi, come Alban, 19 anni, che impara l’occitano parlando con gli anziani e navigando in Internet su myspace; o Florent Charras, contadino ambientalista e occitanista di 24 anni, che sta organizzando l’accoglienza dell’Occitania a pè a Vaison. Anche lui non ha imparato la lingua dai genitori ma ha sentito il bisogno di apprederla.
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